LA NOTTE TRA IL 17 E 18 OTTOBRE 1969, A PALERMO, AVVENNE UNO DEI FURTI PIÙ CLAMOROSI NELLA STORIA DELL’ARTE, QUELLO DELLA NATIVITÀ DI CARAVAGGIO.

La Natività di Caravaggio non è stata rubata dalla mafia. E presto riapparirà.” (Vittorio Sgarbi, dichiarazione rilasciata nel settembre 2018)

LA NATIVITÀ, IL MISTERO DELLA SCOMPARSA

Una vicenda che pare essere stata confezionata a misura di Caravaggio: il giallo di un trafugamento, adombrato dal mistero di un crimine.

Correva l’anno 1969 e, nella notte tra il 17 ed il 18 ottobre, alcuni uomini si introdussero nell’Oratorio di san Lorenzo di Palermo per rubare la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, capolavoro di Caravaggio. Il furto avvenne in modo semplice: protetti dalle tenebre e dall’omertà della cittadinanza, i malfattori poterono agire indisturbati, recidendo con un rasoio il dipinto dalla sua cornice.

Da allora le indagini si sono susseguite in modo discontinuo e, pur essendo state vagliate numerose testimonianze e piste investigative, la tele non è stata più ritrovata.

Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, dettaglio, 1600 circa
Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, dettaglio, 1600

Benedetto Rocco, parroco dell’oratorio, in un’intervista rilasciata nel 2001 dichiarò di essere stato contattato da un boss mafioso per negoziare il riscatto dell’opera. Altre testimonianze confermarono le dichiarazioni del parroco, arrivando a fare il nome di Gaetano Badalamenti, uno dei più potenti padrini siciliani del tempo.

Una delle più importanti questioni verte sulle condizioni del dipinto, secondo alcuni potrebbe essere stato sventrato e venduto sul mercato svizzero, ma, molto più probabilmente, potrebbe essere andato distrutto, avendo subito delle pesanti alterazioni al momento della sua sottrazione.

Il carattere picaresco della storia ispirò il romanzo di Leonardo SciasciaUna storia semplice”, una storia che in realtà non si è dimostrata proprio così semplice.

LA NATIVITÀ, STORIA E DESCRIZIONE

Ritenuta per lungo tempo un’opera del tardo periodo siciliano, la straordinaria Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi è molto più probabilmente databile agli inizi del Seicento, riferendosi al soggiorno romano di Caravaggio.

Secondo le ricostruzioni documentarie la tela era stata commissionata dal mercante di origine senese Fabio Nuti per l’Oratorio palermitano di san Lorenzo. Il contratto, stipulato a Roma il 5 aprile del 1600, prevedeva che il dipinto fosse pronto per l’inizio dell’estate, in modo da essere consegnato entro il 10 agosto, giorno della festa di san Lorenzo.

Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1600
Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1600 circa

Dal buio di una capanna emerge la luce divina della Natività: la Madonna, il Bambino ed un insolito san Giuseppe che ci porge le spalle, si trovano al centro della composizione; un centro fisico che è anche centro della narrazione.

La Sacra Famiglia è circondata da san Lorenzo e san Francesco, quest’ultimo affiancato da un pastore, mentre dall’alto scende un angelo che reca, arrotolato al braccio sinistro, un cartiglio con la scritta “gloria in eccelsis Deo”. L’iconografia è veramente innovativa: la Madonna, una bellissima popolana, si tocca il ventre, sede del miracolo della nascita, in un gesto umano e naturale; san Giuseppe, solitamente ritratto come un vecchio, è un giovane dai capelli corti e biondissimi.

Una scena intima e toccante ma, nello stesso tempo, straordinariamente autentica: il mistero della nascita divina che si rinnova costantemente nell’esperienza umana. È un dipinto luminoso e radioso, che sprigiona l’arte felice di un Caravaggio non ancora macchiato dalla colpa del delitto.

LA NATIVITÀ, UNA STORIA AFFATTO SEMPLICE

La Natività è stata inserita dall’FBI all’interno della Top Ten Crimes, la classifica dei dieci furti d’arte più importanti del mondo, attribuendogli un valore di mercato di circa 30 milioni di euro. In realtà la sua particolare collocazione, incastonata entro gli stucchi barocchi dello scultore palermitano Giacomo Serpotta, contribuisce a fare di quest’opera un unicum dal valore inestimabile.

 

Oratorio di san Lorenzo di Palermo con gli stucchi di Giacomo Serpotta
Interno dell’Oratorio di san Lorenzo di Palermo con gli stucchi di Giacomo Serpotta

L’ultimo capitolo di questa storia è costituito da un report stilato dalla Commissione Antimafia nel 2018. Dato per assodato lo zampino della mafia siciliana, resta da capire che fine possa aver fatto la Natività.

Il documento indicò come più verosimile la traccia svizzera: secondo le dichiarazioni di un pentito la tela, a fronte di un ingente scambio di denaro, sarebbe stata sezionata in varie parti per poi essere venduta ad un mercante d’arte svizzero. Poi, sempre nel 2018, la dichiarazione eclatante di Vittorio Sgarbi: “la Natività di Caravaggio non è stata rubata dalla mafia. E presto riapparirà.” Secondo Sgarbi il furto della tela non sarebbe da attribuire alla mafia e non sarebbe neppure andata distrutta, come vogliono alcune fonti.

Di semplice in questa storia non c’è veramente nulla. Si sa per certo che la Natività di Caravaggio rimane uno dei grandi gialli della storia dell’arte, oltre che uno dei latitanti più ricercati del mondo

 

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.”
(Paul Klee)

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By BARBARA

“In un mondo imperfetto, l’arte è ciò che più ci avvicina a quell’idea di compiutezza che è propria della sfera divina.”

barbarameletto@gmail.com